mercoledì 30 dicembre 2009

PRIMO GENNAIO 2010 CON MARCIA DELLA PACE



PARTENZA DAL PIAZZALE DI S. GIUSTO ALLE 16.00
ARRIVO IN PIAZZA S. ANTONIO ALLE 17.OO
PARTECIPATE!!!!

martedì 22 dicembre 2009

MA QUANTO SONO DEMOCRATICHE LE SUORE

...da "La Repubblica"
http://gazzettadimantova.gelocal.it/dettaglio/se-non-vieni-allasilo-dalle-suore-non-canti-nel-coro-di-natale/1810885

venerdì 18 dicembre 2009

Berlusconi fu ferito....



BUONE FESTE A TUTTI!!!!

giovedì 19 novembre 2009

NO B DAY A TRIESTE


SABATO, 5 DICEMBRE

PIAZZA UNITA' D'ITALIA

PREFETTURA

15,00 - 18,00

sabato 7 novembre 2009

Assemblea sull'ASS a Borgo San Sergio

Ciao a tutte/i,


Meglio prevenire che ricoverare!

Venerdì 13 alle 18.00
alla Casa del Popolo di Borgo San Sergio di via di Peco
ci sarà la terza assemblea informativa
per discutere degli attacchi della giunta regionale all'Azienda Sanitaria Territoriale.

Organizzata da PRC-PdCI, interverrà il CODISAT (comitato in difesa della sanità territoriale)


Fate girare l'informazione e partecipate numerose/i,

Grazie per la collaborazione,

Cristina

martedì 27 ottobre 2009

Fwd: Seconda assemblea sull'ASS1



Ciao a tutte/i,


Meglio prevenire che ricoverare!

Giovedì 29/10 alle 18.30 
alla Casa del Popolo di Servola in via Soncini
 ci sarà la seconda assemblea informativa
 per discutere degli attacchi della giunta regionale all'Azienda Sanitaria Territoriale.

Organizzata da PRC-PdCI, interverrà il CODISAT (comitato in difesa della sanità territoriale)


Fate girare l'informazione e partecipate numerose/i,

Grazie per la collaborazione,

Cristina


venerdì 16 ottobre 2009

Riunione 19/10

La prossima riunione di Donne a Confronto sarà il 19/10 alle 18.30 in via Tarabochia.

Partecipate numerose!!

giovedì 15 ottobre 2009

mozione sull’età pensionabile è passata in Consiglio a Muggia, martedì 13.10



MOZIONE
OGGETTO: Innalzamento dell’età pensionabile delle donne.
PREMESSO:
- che, in attuazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea dd. 13 novembre 2008 (violazione dell’art. 141 del Trattato U.E.), il Governo, con l’art. 22-ter, aggiunto al cosiddetto “decreto anticrisi” in sede di conversione in legge (Legge n. 102 dd. 03.08.09), ha dettato le nuove “Disposizioni in materia di accesso al pensionamento”;
- che, il comma 1 del citato art. 22-ter recita: “… omissis … all’articolo 2, comma 21, della legge 8 agosto 1995, n. 335, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: ”, di fatto abolendo progressivamente la facoltà per le donne del pubblico impiego di anticipare di cinque anni il pensionamento di vecchiaia;
- che, il comma 3 del citato art. 22-ter recita: “Le economie derivanti dall’attuazione del comma 1 confluiscono nel Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di cui all’articolo 18, comma 1, lettera b-bis), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e successive modificazioni, per interventi dedicati a politiche sociali e familiari con particolare attenzione alla non autosufficienza; a tale fine la dotazione del predetto Fondo è incrementata di 120 milioni di euro nell’anno 2010 e di 242 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2011.”
VISTO:
- le dichiarazioni del Presidente del Consiglio apparse sulla stampa dopo una riunione a Palazzo Chigi (marzo c.a.) sulla gestione delle risorse che il Governo intende destinare al sostegno dell’economia reale: “Un fondo strategico a sostegno dell’economia reale e quindi delle imprese, che sarà nella disponibilità decisionale della presidenza del Consiglio; i ministri, man mano che avranno pronti progetti di intervento immediatamente realizzabili, si rivolgeranno alla presidenza del Consiglio che discuterà di questi progetti con l’assemblea dei ministri, formalmente o informalmente, raccoglierà il parere del ministero dell’Economia e poi le decisioni verranno portate al Cipe. Su questo modo di procedere c’è l’accordo di tutti i ministri. Non abbiamo voluto destinare una cifra da una parte e una cifra dall’altra, abbiamo preferito adottare questo sistema che riteniamo più congruo.”;
- che, le simulazioni condotte dall’Inpdap indicano che la nuova normativa porterebbe ad un minor numero di pensioni nel 2018, pari a 30.041, e ad una minore spesa cumulata tra il 2010 e il 2018 di circa 2.500 milioni di euro.
CONSIDERATO:
- che non tutte le economie derivanti dall’attuazione dell’incremento dell’età pensionabile delle dipendenti delle pubbliche amministrazioni saranno finalizzate a misure a sostegno della politica sociale, familiare ed alla non autosufficienza, visto che la dotazione del predetto fondo è incrementata di 120 milioni di euro nell’anno 2010 e di 242 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2011 (per un totale di 2.056 milioni di euro) a fronte della minor spesa calcolata in circa 2.500 milioni di euro;
- che, i dati confermano che nel nostro paese il peso dell’assistenza alle persone non autosufficienti e alla popolazione che invecchia ricade quasi del tutto sulla famiglia ed in particolare sulla donna;
- che, le donne continuano a subire gravi discriminazioni nell’accesso al mercato del lavoro, nella disparità salariale, nell'opportunità di fare carriera e nelle condizioni di lavoro;
- che, è necessario un welfare moderno che consenta alle donne di lavorare, fare carriera ed essere madri.
Il Consiglio Comunale di Muggia esprime:
grande preoccupazione per le conseguenze che l’applicazione della nuova normativa avrà sulle pubbliche dipendenti, privandole di una facoltà acquisita per legge e chiede adeguate garanzie affinchè le economie derivanti dall’attuazione dell’incremento dell’età pensionabile siano realmente destinati a politiche sociali a favore delle donne.
Per questo motivo impegna il Sindaco e la Giunta:
a trasmettere il presente documento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro per le Pari Opportunità, al Consiglio Regionale, alla Provincia ed ai Comuni della Provincia di Trieste, affinchè lo sottopongano all’attenzione dei rispettivi Consigli.

martedì 13 ottobre 2009

MANIFESTAZIONE FIOM A MILANO


100.000 LAVORATRICI E LAVORATORI A MILANO CON LA FIOM.

DEMOCRAZIA E LAVORO SONO LE PAROLE D'ORDINE!

domenica 11 ottobre 2009

INCONTRO PUBBLICO SULLA SANITA' TERRITORIALE

Il 14 ottobre alle ore 18.00

alla Casa del popolo "Gramsci" in via Ponziana n. 14

il Partito della Rifondazione comunista ed il Partito dei comunisti italiani in collaborazione con Donne a Confronto

organizano un

incontro pubblico sulla sanità territoriale

Sarà presente un rappresentante del CODISAT (Comitato in difesa della sanità territoriale)

giovedì 8 ottobre 2009

SIAMO TUTTE ROSY BINDI


Siamo tutte Rosy Bindi
Se non fosse che la situazione sembra volgere davvero al tragico, con un presidente del consiglio che si è fatto presidente dell’Italia tutta, che a reti unificate ha cancellato la struttura costituzionale dello Stato per sostituirla con un motivetto orecchiabile – “meno male che Silvio che c’è” – ci sarebbe anche da ridere.

Soprattutto, sarebbe la prima volta che la bacchettona Rosy Bindi diventa il mito di tutte le persone di buon senso, a cominciare naturalmente dalle donne, sia di sinistra che di destra, sia laiche che cattoliche.

Ieri sera a Porta a Porta, mentre Vespa lasciava briglie sciolte alla crisi di nervi di Berlusconi e la Bindi cercava di riportarlo alla realtà sottolineando come fossero gravi le sue affermazioni, la battuta del premier aveva un sapore così volgare da risultare veramente intollerabile: “lei – ha urlato nel telefono – è sempre più bella che intelligente”.

Imperturbabile – c’è da offendersi per una battuta del genere, soprattutto se pronunciata da tale pulpito? – la Bindi ha ribattuto: “Presidente, io non sono una donna a sua disposizione”.

Povero Berlusconi, forse uno dei suoi problemi è proprio questo: quello di non avere delle persone – donne, ma anche uomini – che non sono sempre e comunque a sua disposizione.

Nel lettone di Putin, sulla giostra a Villa Certosa, ma anche a Montecitorio

martedì 29 settembre 2009

Aggiornamento su assemblea con dibattito aperto promosso da Donne a Confronto



Carissime/i,

la riunione e' stata fissata per venerdi' 2 Ottobre alle 18.30

presso la sede di Rifondazione Comunista a Trieste.

Oggetto del dibattito: IL LAVORO


intervenite numerose/i,

che' problemi cene sono tanti e

cose da fare ce ne sono tante!

lunedì 21 settembre 2009

UAHAHAHAHA !!!!!




VA' LETTO DA SOTTO IN SU.....


mercoledì 16 settembre 2009

L'INFLUENZA SUINA E IL GRANDE PORCO


PANDEMIA DI LUCRO

Che interessi economici si muovono dietro l'influenza suina?

Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria,

I notiziari di questo non parlano...Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..

I notiziari di questo non parlano...

Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.

I notiziari di questo non parlano...

Ma quando comparve la famosa influenza dei polli...

I notiziari mondiali si inondarono di notizie...

Un'epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!Non si parlava d'altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni...

25 morti l'anno!!

L'influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo....

Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l'influenza dei polli?

Perché dietro questi polli c'era un "grande gallo".

La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici.

Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.

Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro.

Prima con I polli, adesso con I suini.

E così adesso è iniziata la psicosi dell'inflluenza suina.

E tutti I notiziari del mondo parlano di questo.

E allora viene da chiedersi: se dietro l'influenza dei polli c'era un grande gallo, non sarà che dietro l'influenza suina ci sia un "grande porco?".

L'impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.I

l principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l'Iraq...

Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani...

Felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute...

Dr. Carlos Alberto Morales Paità

martedì 15 settembre 2009

Assemblea con Dibattito a Muggia 14/09/09




Carissime/i,
il Coordinamento donne a Confronto ha promosso, nella giornata del 14/09/09, un'assemblea con dibattito aperto ai presenti, nell'ambito della Festa di Rifondazione a Muggia.
I temi proposti sono stati molteplici ma tutti legati tra loro, spaziando dall'Aumento dell'Eta' pensionabile, alla Crisi e Cassai integrazione nel territorio di Trieste e Muggia, ai Servizi Sociali, alla Condizione della donna nella societa' italiana.
Nonostante le avverse condizioni climatiche, leggi "nubifragio" per tutta la durata dell'iniziativa, l'esito dell'assemblea puo' essere considerato senz'altro positivamente.
Sono intervenute una trentina di persone fra cui alcuni rappresentanti le istituzioni e gli interventi si sono susseguiti fino a tarda serata.
Dopo una mia breve introduzione in cui si illustravano le motivazioni che ci hanno indotto ad incontrarci e a confrontare le nostre esperienze, ha preso la parola Giulia per spiegare nel dettaglio la legge sull'innalzamento dell'eta' pensionabile a 65 anni, per quanto riguarda le lavoratrici del settore pubblico.
Giulia ha messo a disposizione di chiunque fosse interessato all'approfondimento, un accurato dossier con tutti i passaggi che si sono succeduti nel corso del tempo, dal disegno di legge alla legge definitiva.
Ester Pacor, dell'UDI e della Commissione Regionale Pari Opportunita', a questo proposito, riferisce di un Ordine del Giorno della provincia di Alessandria atto a riaprire la discussione.
Ester suggerisce di ampliare il tema del dibattito anche a RU486 e alla violenza sulle donne.
A cio' si affianca anche Geni Sardo - CGIL -
Mio breve intervento su CIG nella provincia di Trieste e difficolta' di ricollocamento delle donne sul territorio, una volta perso il lavoro
Segue un intervento dell'Assessore Loredana Rossi - politiche giovanili del Comune di Muggia - che focalizza l'attenzione sugli asili nido, le liste di attesa - che a Muggia sono ridotte a 15 bambini e sul problema degli immobili.
Giorgio Kosic - assessore del Comune di Muggia alle politiche sociali e pari opportunita' racconta quanto stia facendo il Comune di Muggia per incrementare i servizi domiciliari agli anziani - servizi di cui, con l'allungamento della vita, ci sara' sempre piu' bisogno -
Istituzione di uno Sportello: "Il duro mestiere di cercare lavoro" in cui si aiutano le persone che sono uscite dal mondo del lavoro ad impostare un Curriculum europeo e ad affrontare eventuali colloqui con i nuovi standard.
Mio breve secondo intervento su crisi/abbassamento dell'eta' pensionabile, turn over, attivo INPS, depressione
Ester Pacor interviene su:
Politiche di lavoro mirate con la formazione
Servizi e politiche di conciliazione: si cerca di anticipare, in qualita' di Regione autonoma, una legge a livello nazionale
Problema lavoro e immigrazione.
Geni Sardo sottolinea che il Governo attualmente in carica ha ben chiaro come uscire dalla crisi e soprattutto ha chiaro come far uscire le donne dalla crisi.
L'intervento di Geni suscita l'applauso delle persone presenti.
Egle - CGIL - chiede di ridare funzionalita' ai Consultori che attualmente stanno segnando il passo.
Si chiede anche di contrastare presso l'ospedale Burlo Garofolo la crescente obiezione di coscienza di medici e infermieri, istituendo dei presidi.
Manuela, tornando sull'intervento di Ester Pacor, chiede di presentare in Consiglio Comunale a Muggia l'Ordine del Giorno presentato ad Alessandria.
I presenti sono d'accordo.
Le conclusioni spettano a Giulia, che sintetizza lo spirito dell'incontro dicendo che si tratta di un primo passo per trovare ed aprire ad argomenti da proporre volta per volta.
Argomenti di cui si discutera' ma a cui si cerchera' di dare una risposta attiva.
Cristina propone, per il prossimo incontro, la sede di Rifondazione di via Tarabocchia e propone il tema del prossimo dibattito: IL LAVORO.
I presenti approvano.
Grazie a tutti i partecipanti
Grazie a Freya a cui e' spettato l'arduo compito del Moderatore.

Si stabilisce di reincontrarci:

Mercoledì, 30 Settembre ore 18.30
presso la sede di Rifondazione
via Tarabocchia, 3 - Trieste -

giovedì 3 settembre 2009

ANCORA ATTACCHI ALLA 194


Altro che moratoria, in gioco sono i dirittidi Carlo Flamigni
L’aula della Camera ha approvato una mozione che impegna il Governo a farsi promotore presso le Nazioni Unite di una risoluzione che condanni l’uso dell’aborto come strumento demografico e come strumento di una «nuova eugenetica», promuovendo una «moratoria». Il buon senso mi impone di considerare questa richiesta come un ennesimo tentativo, tortuoso e ingenuo, di rinnovare l’ormai stanco assalto alla legge 194, quella che in Italia regolamenta le interruzioni volontarie della gravidanza.In verità, i primi a criticare questa nuova forma di provocazione sono stati alcuni riflessivi cattolici italiani: «Il voto del Parlamento non scalfisce nemmeno il bunker di idee sbagliate intorno all’aborto, anzi le accetta e le assume come piattaforma comune di dialogo e di confronto... questo voto può trasformarsi addirittura in un colossale autogol... [in quanto dà per scontata] l’idea che il diritto di aborto sia indiscutibile, e che si possa soltanto garantire la “libertà della donna di non abortire”» (Verità e Vita, comunicato 76).Questa mozione dimostra comunque alcune cose, che elenco:1) i parlamentari italiani (ne sutor supra crepidam!) sanno poco di queste cose: il vero dramma di molti Paesi che non fanno parte delle nazioni canaglia, quelle che hanno approvato leggi sull’aborto volontario, è il cosiddetto «controllo mestruale», che sfugge a ogni regola e a ogni norma; in altri comincia a prevalere l’uso di farmaci (che, al contrario di quanto accadrà con la pillola abortiva, si trovano già in farmacia anche in Italia);2) nel nostro Paese l’interruzione della gravidanza non viene utilizzata come metodologia contraccettiva dalla stragrande maggioranza della donne (gli aborti ripetuti sono il 38% per le donne straniere e il 21% per le italiane, uno dei dati più bassi del mondo);3) sempre nel nostro Paese la maggior parte delle donne pensa all’interruzione di gravidanza come a una scelta difficile, nella quale occorre cimentare la propria coscienza, ma anche come a un diritto; sempre da noi, l’idea di eugenetica che la gente si è fatta non ha niente a che fare con il desiderio di avere figli sani e normali.Chiunque voglia parlare ancora di «moratoria» dovrà prima ragionare su altre, essenziali «interruzioni a tempo indeterminato»: dovrà chiedere una moratoria sulla violenza sulle donne, sulla ingiustizia sociale, sulla mancanza di cultura e di educazione sessuale, sulla protervia di tanti maschi, sulla discriminazione. L’elenco è molto lungo, lo dovrete completare voi.Buon lavoro

martedì 1 settembre 2009

INVIO APPELLO SOS SANITA'


AVVISO: Il 1, il 2 o il 3 settembre INVIA QUESTO MESSAGGIO A: (ricordati di togliere questo avviso e il mittente dal quale lo hai ricevuto)
- Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi http://it.mc262.mail.yahoo.com/mc/compose?to=centromessaggi@palazzochigi.it
- Al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome On. Vasco Errani http://it.mc262.mail.yahoo.com/mc/compose?to=conferenza@regioni.it;
Egregi Presidenti, in vista del Vostro incontro, programmato per il 4 settembre p.v., Vi invio l’Appello che ho sottoscritto

mercoledì 26 agosto 2009

ALTRO CHE PENSIONE A 65 ANNI !!!!


Lavoratrici discriminate su tutto. Altro che pensione a 65 anni
Eliana Como, Fiom nazionale
Il prezzo della crisi e dell'arretramento delle condizioni sociali nel paese è molto alto per tutti - lavoratori e lavoratrici - ma le ricadute sulle donne rischiano di avere una portata persino maggiore. Allo stesso modo, le misure del governo e della Confindustria - che pure attaccano i diritti del mondo lavoro nel suocomplesso - sembrano puntare con particolare accanimento a mettere in discussione i diritti e la libertàdelle donne.
In Italia, il tasso di occupazione femminile era - già prima della crisi - tra i più bassi d'Europa. Da sempre,alle donne vengono offerti i posti di lavoro più precari, meno qualificati e meno pagati; da sempre le loropensioni sono le più basse.
La crisi economica, oggi, amplifica e drammatizza queste disparità, aumentando le discriminazioni e peggiorando, in tutti i settori e in tutte le aree del paese, le condizioni di lavoro e di vita di moltissimedonne.
Nel settore tessile - già duramente provato dalle delocalizzazioni e da una crisi strutturale di lungo periodo - sono molte migliaia le lavoratrici che in questi mesi hanno perso o rischiano di perdere il lavoro.
Nel settore metalmeccanico, sono spesso proprio le donne le prime a entrare in cassa integrazione o aessere licenziate. Questo avviene perché ancora oggi il lavoro di molte è considerato accessorio e marginale, ma anche perché - già prima - molte di loro avevano una condizione peggiore, sia dal punto di vista salariale che normativo. Ben prima della recessione, l'inchiesta della Fiom (i questionari sono stati raccolti nei primi sei mesi del 2007) testimoniava una vera e propria questione femminile nel settore.
Su tutti gli aspetti affrontati le risposte delle donne - soprattutto delle operaie - mostrano una condizione di grande fatica e sfruttamento e anche quando va male per tutti, per le donne va comunque peggio.
Già prima della crisi, i loro salari erano i più bassi (in media 200 euro in meno degli uomini); il loro lavoro il meno qualificato (il 70 per cento delle operaie non supera il 3° livello), le loro mansioni più ripetitive e monotone (il 90 per cento delle operaie svolge un lavoro che comporta atti e movimenti ripetitivi), le loro condizioni più precarie (le metalmeccaniche hanno il 25 per cento di probabilità in più rispetto a un uomo di avere un contratto precario, i loro contratti sono più brevi e per contro i percorsi di precarietà più lunghi). Quelle stesse operaie, oggi sono le prime a perdere il posto di lavoro e saranno anche le prime -
nel settore metalmeccanico come negli altri - a subire gli effetti della controriforma del sistema
contrattuale. L'accordo firmato da governo, Confindustria, Cisl e Uil, indebolendo il Ccnl e rinviando gli aumenti salariali all'incremento della produttività, finirà, infatti, per aumentare orari e ritmi di lavoro e allargare i già altissimi differenziali salariali tra uomini e donne.
Anche nel settore pubblico, nella scuola e nella sanità, le donne stanno pagando un prezzo pesantissimo.
I tagli del governo in questi settori significano centinaia di migliaia di posti di lavoro femminile in meno e una riduzione della quantità e della qualità dei servizi pubblici, che, comunque, saranno soprattutto le donne a pagare. Nel modello stesso di convivenza sociale proposto con il Libro Verde e con la bilateralità, i servizi sociali prima erogati dallo Stato saranno demandati al mercato e alle famiglie, cioè alle donne, a cui quasi interamente è affidato il lavoro di cura della casa, dei figli e degli anziani.
Ha davvero ragione, dunque, la Corte di Giustizia Europea a dire che le lavoratrici italiane sono
discriminate. È chiaro, però, che le cause sono strutturali e riguardano l'impianto sociale e economico nel suo complesso, dal mercato del lavoro ai servizi pubblici; dalla ineguale divisione dei compiti nei nuclei familiari fino ai rapporti nei posti di lavoro. Far passare come misura anti-discriminatoria l'aumento obbligatorio dell'età pensionabile - ora per le donne del pubblico impiego, domani per quelle del privato - è inaccettabile e di per sé discriminante.
Questo serve soltanto a fare cassa per pagare la crisi e non a aumentare le pensioni delle donne che, se sono le più basse, è appunto perché guadagnano meno, hanno carriere più difficili e percorsi più discontinui (non è un caso che la maggior parte delle donne accede alla pensione di vecchiaia e non di anzianità). Allo stesso modo, proporre l'eliminazione del divieto al lavoro notturno per le donne in gravidanza e nel primo anno di vita dei figli è criminale e, anche in questo caso, serve soltanto a aumentare la ricattabilità delle donne, non certo i loro salari.

martedì 25 agosto 2009

La rivoluzione interrotta delle donne - Lidia Ravera



Ho provato una vera gioia, leggendo la «conversazione» con Nadia Urbinati, ieri, su questo giornale.

Quando dice: «c’è, da parte delle persone attorno a noi, una specie di accettazione.

Il senso dell’inutilità collettiva».

Ho pensato: ha messo, come si dice, “il dito nella piaga”.

E mai frase idiomatica fu più opportuna. Qui si parla proprio di piaghe: indicarle è necessario, anche se sarebbe più elegante voltarsi dall’altra parte. Toccarle fa male. Ma attraverso il dolore, passa l’unica speranza di guarigione. Dunque diciamolo: è morta la dimensione collettiva.

Il “noi” che rafforzava i tanti “io” di cui era composto, latita.

Era onnipresente, la prima persona plurale. Ora è scomparsa.

Non è mai stata facile da declinare: includere l’Ego degli altri, sistemarlo accanto al proprio, non è mai naturale, tocca smussare angoli, reprimere individualismi, concedere generalizzazioni, perdere qualcosa di sè. Però si può fare, anzi: si deve. Soltanto una massa di “io” ordinati in un “noi”, che li sovrasta e li protegge e li rappresenta, nel corso della storia, ha saputo abolire lo schiavismo, difendere il lavoro, conquistare diritti uguali per tutti, combattere il fascismo. L’individuo, da solo, può regalare all’umanità soltanto il godimento dell’arte.

È necessaria, l’arte, ma non è sufficiente.

Non oggi e non qui, in Italia.

Ha ragione la Urbinati quando dice: «Quel che fa questo governo non è ridicolo...è tragico».

È tragico usare la paura e la fragilità psichica dei cittadini, aggravate entrambe dalla crisi economica, per disegnare una società che esclude e divide, che radicalizza le differenze e governa col ricatto milioni di solitudini. Poco più di metà degli italiani ha votato qualche anno di fiducia all’attuale Premier e alla sua “weltanschaung”.

Poco meno di metà degli italiani ha cercato, votando il centrosinistra, di segnalare il proprio “no”. Si tratta di milioni di donne e di uomini, dispersi e quindi condannati alla dimensione privata del dissenso: il lamento.

Per le donne è una sorta di revival: ve la ricordate la rivolta “da camera” delle nostre madri? Erano donne che avevano vissuto la giovinezza a cavallo della seconda guerra mondiale e che, nell’Italia in rapido sviluppo degli anni sessanta, impigliate nel codice antico dell’esistenza vicaria, stavano maturando un disagio crescente per i ristretti ambiti delle loro vite.

Che cosa facevano, mentre le loro figlie scendevano in piazza bruciando le icone della femminilità tradizionale? Si lamentavano.

Opponevano un fiero cattivo umore ad un destino che vivevano come immutabile.

Era il canto della loro sconfitta, il lamento.

Ci dava ai nervi.

Giurammo che noi no, noi non ci saremmo sacrificate.

Giurammo che avremmo imposto nuove regole, saremmo state parte attiva, a letto, al lavoro, in casa, in piazza. Lì per lì ci illudemmo di aver vinto. Non era così. La rivoluzione delle donne non è stata né vinta né persa. È stata interrotta. Interrompere una rivoluzione è pericoloso: non riesci a imporre nuove valori, a radicarli, a estenderli a tutti, come quando vinci. Non vieni travolto dalla restaurazione del vecchio, come quando perdi.

Quando lasci una rivoluzione a metà la restaurazione è lenta e strisciante.

Incominciano a bombardarti con l’icona della “ragazza tette grandi/ cervello piccolo”, non ci fai caso. Occupa i teleschermi (anche quelli del servizio pubblico) per vent’anni.

Spegni la televisione. Diventa protagonista della scena pubblica, corpo in vendita, carriera, oggetto di scambio, trastullo stipendiato di un modello di maschio potente/impotente che era già vecchio quando eri ancora giovane.

Ti scansi, spegni l’audio, non vuoi sentire.

Finché ti accorgi che, nel silenzio/assenso generale, si è tornati indietro. Come prima e peggio di prima.

Devi di nuovo essere complemento, protesi, utensile del piacere. Madre se proprio ti va, come lato B della carriera.

A tua figlia regalerai “Miss Bimbo”, il gioco elettronico che insegna a diventare Velina, Escort o moglie di miliardario. Sei di nuovo povera. Possiedi, come anticamente i proletari, soltanto il tuo corpo e quello devi far fruttare. E sbrigati: hai meno di 20 anni di tempo. Qualcuno dice che qualche ragazza ha trovato, per lo più all’estero, riconoscimento ai suoi talenti. Qualcun altro rimprovera “le femministe”, queste ormai mansuete streghe in prepensionamento, di tacere.

Ma non è vero.

Tutte noi, noi poche, abbiamo, in questi anni, parlato. Sole davanti allo schermo dei nostri computer, come si usa oggi. Abbiamo confezionato tristi arringhe, abbiamo segnalato, puntuali come Cassandre, rischi e degenerazioni. Non è successo niente.

Le parole delle donne non pesano un grammo.

Per questo bisogna ricominciare daccapo. Portare i nostri corpi in piazza, occupare spazio, farci vedere, farci sentire.

Contarci, per ricominciare a contare.


Luigi Strada detto Gino, Nobel per la Pace

Statuto della petizione
A: The Nobel Foundation Gino Strada è nato a Milano dove si è laureato in medicina, ramo chirurgia d’urgenza. E’ diventato chirurgo di guerra per scelta: dapprima lavorando con la Croce Rossa internazionale e poi creando un’associazione a favore delle vittime delle guerre civili. Emergency, sottotitolo Life Support of Civilian War Victims, nasce nel 1994 con sede in via Bautta 12 a Milano. L’obiettivo dell’organizzazione – come suggerisce il nome - è fornire assistenza alle vittime civili dei conflitti, menomate da ordigni bellici come le mine antiuomo, ma anche dalla malnutrizione e da mancanza di cure mediche, addestrare personale locale a far fronte alle necessità mediche, chirurgiche e riabilitative più urgenti e diffondere una cultura di pace. E’ un’ organizzazione internazionale privata, aperta, senza discriminazione politica, ideologica o religiosa, a tutti coloro che ne condividono i principi e gli obiettivi e ne sostengono le attività umanitarie. Dalla sua nascita Emergency ha creato sette ospedali e venticinque punti di pronto soccorso in Ruanda, Kurdistan iracheno, Cambogia e Afghanistan.
Firma
Promosso da
Creata da:
ERNESTO AMBROSI E GLI AMICI DI GINO STRADA
Autore:
ERNESTO AMBROSI
Registrata il:
12/05/09
La petizione Luigi Strada detto Gino, Nobel per la Pace è stata creata da ERNESTO AMBROSI E GLI AMICI DI GINO STRADA


Lista parziale di siti/blog che linkano a questa petizione
Ancora altri
DOC , Opinioni e Benessere
http://ossessionicompulsioni.blogspot.com/
DOC , Opinioni e Benessere: Catena di blog
http://ossessionicompulsioni.blogspot.com/2009/02/catena.html
Pensieri, parole, opere e omissioni.
http://f48r1z10.wordpress.com/
1000.000 di fans che vogliono il Nobel per la Pace 2009 a Gino Strada ...
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GINO STRADA NOBEL PER LA PACE, RACCOLTA CONSENSI Facebook
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Browsing Search Results for conto arancio // BlogCatalog
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Luigi Strada detto Gino, Nobel per la Pace - PierLuca Santoro - FriendFeed
http://friendfeed.com/pedroelrey/b0a589b1/luigi-strada-detto-gino-nobel-per-la-pace
nomadi
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PROSSIMO INCONTRO DONNE A CONFRONTO


MARTEDI' 1° SETTEMBRE

alle ore 18

in via Tarabochia

S.O.S. SANITA' - FIRMATE L'APPELLO!

firma l’appello.
SOS Sanità ! La Salute è un Diritto
Siamo preoccupati
Il Servizio Sanitario del nostro Paese ha il compito delicato ed essenziale di garantire ai cittadini il diritto alla salute e alle cure sancito dalla nostra Costituzione.
Per questo, ha bisogno di stabilità, di buon governo e di certezze sui finanziamenti. E invece non riceve più le risorse necessarie al suo buon funzionamento.
Con le leggi finanziarie, nel biennio 2010 - 2011, sono state programmate cinque miliardi di riduzioni di spesa (sette miliardi rispetto all’attuale Patto per la Salute). Nel 2010 per la prima volta nella storia del Servizio Sanitario Nazionale il finanziamento sanitario è addirittura inferiore all’anno precedente, persino in valori assoluti (- 402 milioni). Mentre sparisce il fondo per la Non Autosufficienza (400 milioni).
Così si peggiorano i servizi e non possono essere garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza ai cittadini, soprattutto ai più fragili. E si può interrompere il faticoso percorso di risanamento delle regioni impegnate nei piani di rientro dai disavanzi.
Le risorse necessarie
Ridurre il finanziamento per il servizio sanitario non ha alcuna giustificazione.
In Italia, in questi anni, la spesa in rapporto al PIL è rimasta nella media sia dei paesi UE che OCSE. E anche le proiezioni di spesa dei prossimi anni sono in linea con quelle gli altri paesi europei.
Il prossimo Patto per la Salute tra Governo e Regioni deve adeguare il finanziamento per la sanità, seguendo le linee già indicate dall’attuale Patto della Salute (che prevedeva un aumento annuo del 3,7%). La crisi non può essere usata come scusa, la spesa sanitaria svolge una funzione anticiclica e di investimento pregiato anche per la ripresa dello sviluppo.
Spendere meglio
La spesa sociale e sanitaria va usata con rigore e serietà: è spesa preziosa che serve a tutelare in primo luogo le persone più fragili. La sua efficienza e la sua efficacia sono obiettivi irrinunciabili.
L’esperienza delle regioni più virtuose, al contrario di quelle dove si concentrano gravi disavanzi, insegna che il vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma con una coraggiosa riorganizzazione dei servizi sanitari: il ridimensionamento e la riqualificazione della rete ospedaliera, il potenziamento dei servizi distrettuali (assistenza domiciliare), il governo degli accreditamenti, l’integrazione fra sociale e sanitario.
Riportare al centro i diritti
La riduzione dei finanziamenti oggi fa il gioco di chi vuole usare il federalismo fiscale per ridimensionare il servizio sanitario nazionale e così compromettere l’universalità del diritto alla Salute in tutto il Paese.
Indebolendo il servizio sanitario nazionale si rischia di aprire la strada, come vagheggia il libro bianco sul welfare, ad un sistema "semi mercantile", nel quale la sanità sarà diseguale, e più costosa, come ai tempi delle vecchie mutue.
Vogliamo fermare questa deriva e riportare al centro di ogni decisione la persona, i suoi bisogni, i diritti di cittadinanza sanciti dalla Costituzione.
Seguono le firme firma l’appello.
Le adesioni sin qui raccolte (in ordine alfabetico):
A Silvia Acquistapace, Eugenia Agnolio, Teresa Agostino, Dante Aietti, don Vinicio Albanesi, Sarina Aletta, Gualtiero Alunni, Tiziana Ambrosini, Massimo Ambrosini, Ignazio Ambu, Piero Amodeo, Aldo Ancona, Maria Andreotti, Emilio Antonelli, Maddalena Antonini, Barbara Apuzzo, Massimo Arcà, Silvia Arcà, Eleonora Artesio, Luigi Attenasio, Sandro Atzeni,
B Loreto Babalini, Giuseppina Bacinelli, Fabrizio Baldi, Giacomo Balduzzi, Enzo Ballatori, Anna Banchero, Cristina Banzato, Daniele Barbieri, Alessandro Barchielli, Antonio Bariletti, Daniela Barillari, Paolo Barison, Marcello Baroni, Laura Barozzi, Cristina Bastianello, Emanuela Battilana, Franca Beccaria, Flavio Bellati, Agnese Bellieni, Simona Bellini, Lucetta Bellomo, Bruna Bellotti, Patrizia Bellotto, Giuliana Beltrame, Alessandro Benacchio, Manuela Benevento, Bruno Benigni, Livio Berardo, Cristina Bernard, Gabriella Berni, Luciano Bersano, Giordana Bertoldi, Bianca Bertoli, Francesco Bertoncello, Gino Bertone, Mauro Beschi, Rosanna Bettella, Paola Bevilacqua, Renato Bianchi, Walter Biancotto, Silvia Biagini, Ado Bifulco, Franca Bimbi, Luigi Bisanti, Sergio Boato, Marziana Boer, Marianne Boivin, Fabrizio Boldrini, Silvia Boni, Stefano Borini, Angela Bortolotti, Gian Mario Boschiroli, Gastone Boz, Maria Grazia Breda, Francesca Bressan, Sabrina Brocco, Massimo Brunetti, Salvatore Bruno, Edmondo Bucchioni, Carmela Buonocore, Franco Busco,
C Stefano Cabras, Luana Cagnoni, Michelangelo Caiolfa, Ugo Calanca, Emerico Calgarotti, Paolo Calli, Massimo Campedelli, Sergio Campus, Dario Canali, Silvio Canapè, Andrea Caneddu, Lucia Caneddu, Calogero Cannarozzo, Donata Canta, Carla Cantone, Marina Capasso, Paola Capoleva, Silvana Capoverde, Roberto Capoverdi, Fiorentino Capozzoli, Daniela Cappelli, Marco Cappelli, Giuseppe Capucci, Francesco Carasi, Antonio Carellini, Rosanna Caria, Elena Maria Carlet, Idelma Carlet, Carlo Carlotto, Mirko Carotta, Gino Carpentiero, Paolo Carrozza, Lori Carugo, Clelia Caruso, Caterina Carzetta Siniscola, Giulia Casamonti, Andrea Castagna, Sergio Catanzani, Ruggero Cateni, Gino Cavaleri, Paola Cavallin, Rita Cavaterra, Alfredo Cavicchioli, Simona Ceccarelli, Stefano Cecconi, Marina Cerbo, Giorgio Cerquetani, Marco Cerri, Celina Cesari, Licia Cherchi, Valter Chiappini, Giusi Chiaroni, Sergio Chiloiro, Walter Chiodi, don Luigi Ciotti, Cesare Cislaghi, Giuseppe Cocco, Piero Coco, Maria Grazia Cogliati, Sonia Cogo, Silvia Colasanti, Maurizio Coletti, Dario Colombo, Valentina Comite, Luca Comiti, Maria Elena Congiu, Mario Corbo, Danilo Corradi, Antonietta Coronas, Leda Cossu, Alfredo Costa, Andrea Costa, Domenico Costa, Giuseppe Costa, Erica Costantini, Mirella Costanza, Pia Covre, Massimo Cozza, Pierantonio Crivelli, Maria Giuseppa Cuttano,
D Giovanna D’Ambrosio, Maria Assunta D’Amico, Claudia F. D’Ammassa, Giovanni Battista D’Amore, Giuseppe D’Angelo, Vito D’Anza, Nina Daita, Giuseppina Dal Lago, Rita Dal Zotto, Marco Dalmasso, Stefano Daneri, Laura Dapporto, Riccardo De Facci, Angela De Feo, Luca De Fiore, Laura De Floriani, Giovanna De Giacomi, Massimo De Girolamo, Franca De Lazzari, Emanuela De Luca, Mario German De Luca, Francesca De Rugeriis, Sandro Del Fattore, Laura Del Freo, Giovanna Del Giudice, Cinzia Del Rio, Francesco Del Vescovo, Peppe Dell’Acqua, Peter Deschmann, Sandro Dessi, Sergio De Togni, Gianni Dessì, Ivana Dettori, Rossana Dettori, Nino Di Bernardo, Gaia Di Gennaro, Agostino Di Maria, Giosué Di Maro, Ilaria Di Michele, Massimo Di Natale, Rosario Di Prima, Gino Di Sacco, Francesco Di Salvo, Franco Di Stanislao, Girolamo Digilio, Nerina Dirindin, Guido Ditta, Roberta Ditta, Luigi Dodio, Gianfranco Domenighetti, Nerio Dondi, Paolo Drago,
E Stefano Egidi, Viviana Egidi, Marco Endrizzi, Giuseppe Errico, Marco Espa, Rosanna Esposito,
F Simona Fabiani, Fiorenzo Albino Facco, Agatina Fadda, Nicola Falcitelli, Umberto Falcone, Rossella Fallacara, Lorenza Farina, Marisa Fasanella, Renzo Fasoli, Marina Favatà, Paolo Favetta, Valeria Fedeli, Paolo Federico, Maurizio Fériaud, Mafalda Ferletti, Luigi Ferrannini, Paolo Ferrario, Antonella Ferrero, Daniela Ferretti, Ludovico Ferrone, Michele Fiaschi, Samuele Filippini, Ida Finzi, Cinzia Folli, Iside Fontana, Gino Forato, Luisa Forte, Giovanni Foti, Antonella Francia, Tiziana Franzò, Raffaella Frau,
G Alfonso Galbusera, Giovanni Gambera, Mavì Gardella, Franco Garufi, Nadia Garuglieri, Alfredo Garzi, Monica Gemma, Michele Gentile, Andrea Gentili, Alessandra Geremia, Lucrezia Germinario, Gianluigi Gessa, Mario Gessa, Hakan Gezeroglu, Rosella Ghioldi, Maria Grazia Giannichedda, Barbara Giolitti, Roberto Giordano, Sonia Giorietto, Loredano Giorni, Manuela Giotto, Cinzia Giriolo, Flavio Girodengo, Marilina Giulianelli, Stefano Giuliodoro, Gabriele Giuria, Roberto Gnavi, Lidia Goldoni, Maria Gollo, Teresa Granato, Valentino Grandillo, Valentina Maria Grasselli, Jessica Greco, Lorella Maria Grecu, Margherita Grigolato, Leopoldo Grosso, Maurizio Gualdi, Alessandra Guazzetti, Ada Gubello, Maria Cecilia Guerra, Francesca Guiso, Gustavo Guizzardi, Pietro Gurrieri,
H Barole Abdu Hamid, Franz Hochgruber, firma l’appello.
I Donata Ingrillì, Erika Innendorfer, Silvia Ioli, Francesca Iosa, Piero Iozzia, Ilaria Iseppato, Antonio Paolo Isolan,
J Gaspare Jean,
K Nicola Kardos,
L Grazia Labate, Antonio Laceterra, Daniela Lambertini, Andrea Lanfranchi, Paolo Lanna, Manuela Latini, Elena Lattuada, Paolo Lauriola, Liana Lazzaro, Antonino Leone, Betty Leone, Maria Dolores Leori, Rossella Levaggi, Salvatore Lihard, Roberto Linadron, Maria Lisanti, Gina Locci, Maria Luisa Loche, Luisanna Loddo, Gaspare Lombardo, Salvatore Lombardo, Daniela Lorenzetti, Elisabetta Lorenzi, Claudia Loro, Tommaso Losavio, Maurizio Lovisato,
M Angelo Maccioni, Giovanna Maciariello, Gavino Maciocco, Carlo Christina Madeddu, Saida Maria Magi, Mariella Maggio, Barbara Maiella, Mario Maietta, Maria Pia Mainardi, Nicola Maiolino, Alessio Maione, Rossella Maione, Francesca Manassero, Grazia Manca, Florindo Mancinelli, Elisabetta Mandrioli, Michele Mangano, Leonarda Mangiacavallo, Alberto Mantovani, Andrea Marangoni, Annunziata Marcantonio, Adriana Marcianò, Antonio Marcianò, Cristiana Marchese, Giampietro Marchese, Lucia Marchiori, Giuseppe Marcon, Elen Mardegan, Maria Laura Marescalchi, Maurizio Marino, Daniela Marisi, Alessia Marri, Rosaria Martellacci, Anna Martellozzo, Gino Masenello, Enrico Materia, Andrea Matteini, Patrizia Mattioli, Mirella Mazza, Giandomenico Mazzocato, Michelangelo Mazzola, Caterina Mazzoleni, Nazario Mazzotti, Daniela Medioli, Andrea Mendolia, Ernesto Melluso, Luciano Menetto, Massimo Mengoli, Piernatale Mengozzi, Sergio Merendino, Marco Michelis, Anna Franca Milia, Maria Luisa Mirabile, Emanuela Mollichella, Carla Mollo, Gianni Mondini, Alessandro Montebugnoli, Elvira Morana, Mirella Morando, Paola Morescalchi, Luciano Moretti, Serena Moriondo, Bruno Morchio, Edith Moscatelli, Marilena Moser, Ernesto Muggia, Giorgio Mura, Manuela Murgese, Antonello Murgia, Gianni Murgia, Roberto Murru,
N Mario Fausto Nalin, Riccardo Nardelli, Antonella Nardi, Flavia Nardi, Oreste Negrini, Alessandra Neve, Elisabetta Neve, Piero Neve, Manuela Nicolucci, Laura Notari, Ilaria Novaro, Giovanni Novello, Mario Novello, Donatella Noventa,
O Orietta Olivo, Marina Luciana Oneta, Amedeo Orsini, Lina Ortolan, Bruna Osti, Cosimo Ottomano,
P Giovanni Padovani, Eva Pagano, Enrica Alessandra Pagliari, Eleonora Pahor, Nicola Pais, Raffaella Palladino, Bianca Pananti, Gian Battista Pandocchi, Mimmo Pantaleo, Sonia Paoloni, Ivana Parolo, Elisabetta Pascolo Fabrici, Luciana Passaretti, Achille Passoni, Davide Pastore, Maria Concetta Patisso, Rosa Pavanelli, Gianfranco Pavia, Alessandra Pedone, Maïté Pedroncini, Miriam Pegoraro, Paola Pelliccia, Antonella Pelosi, Paolo Peloso, Laura Pennacchi, Antonio Pepe, Remo Pepoli, Stefania Peracco, Alberto Peretti, Gianni Perfumo, Fulvia Perillo, Mauro Peroni, Aldo Perri, Elisabetta Perrier, Stefano Peru, Carlo Alberto Perucci, Franco Pesaresi, Marco Petrella, Dario Petri, Franco Piacentini, Ines Picardi, Morena Piccinini, Vincenzo Piccolo, Marina Pierlorenzi, Carla Pietrini, Silvano Piffer, Giuliana Pigozzo, Francesco Pili, Giulio Pillepich, Giorgio Pintus, Tiziana Pinzuti, Susanna Pistone, Maria Pistorello, Lorenza Pizzato, Renato Pizzuti, Mario Plebani, Carlo Podda, Elisabetta Podestà Stefano Poletto, Ettore Polizzi, Anna Poma, Angelo Ponti, Patrizia Previti, Saverio Proia, Marco Protani, Giancarlo Puggioni, Vincenzo Puggioni, Daniele Pulino,
Q Cinzia Quagliotti, Luca Quagliotti,
R Annalisa Radice, Stefania Rafaiani, Fabio Ragaini, Roberta Rampazzo, Emanuele Ranci Ortigosa, Daniela Ranocchia, Francine Reuter, Simona Ricci, Antoni Rillosi, Alfonsina Rinaldi, Mauro Rinaldi, Chiara Rinaldini, Arturo Rippa, Fausto Roila, Lucio Romano, Aida Romeo, Rossella Ronconi, Pietro Rosario, Mario Rossello, Fabrizio Rossetti, Luigi Rossi, Micaela Rossi, Silvana Rossi, Sabrina Ruberti, Benedetta Ruggeri,
S Liliana Saini, Adriano Salgarelli, Alba Salvaneschi, Enrico Salvi, Giuseppina Salvino, Gabriele Salvo, Francesco Santanera, Angela Santoro, Salvatore Santoro, Ignazio Sarlo, Mario Saugo, Antonio Saulle, Rossella Maria Savergnini, Chiara Sbardella, Roberto Dario Scagliola, Sonia Scalco, Fernanda Scantamburlo, Antonio Scapinello, Patrizia Scarsini, Lucia Scerra, Nadino Schiavo, Marco Sciollo, Silvano Scoizzato, Pompeo Scopino, Stefano Scordo, Mirco Sedran, Carmine Senese, Tullio Seppilli, Franco Seren Rosso, Vito Sessa, Antonella Sglavo, Assunta Signorelli, Graziella Silipo, Andrea Silvestri, Dario Silvestri, Enzo Silvestri, Milo Silvestri, Sara Simboli, Ilario Simonaggio, Daniela Simonetti, Romeo Simonetti, Adriano Sincovich, Marco Sodini, Lorenzo Sola, Antonello Sotgiu, Andrea Spanò, Lorena Splendori, Gabriella Stramaccioni, Ugo Sturlese, firma l’appello.
T Sara Stefania Tabbone, Bice Tanno, Gaetano Tarda, Andrea Tardiola, Cristina Tardo, Francesco Taroni, Carolina Tasco, Marisa Tassi, Sandra Temperani, Emanuela Terzian, Stefano Tescaro, Angela Testi, Laura Testi, Isabella Todaro, Gianni Tognoni, Maria Grazia Tomaciello, Lorenzo Toresini, Anna Maria Tormene, Luciana Tosi, Cristina Toson, Stefano Fernando Tozzi, Claudio Treves, Mario Trigatti, Niccolo Trotta, Giorgio Tufariello, Rita Turati, Donatella Turletti,
V Concettina Valente, Paolo Valenti, Enrica Valfrè, Laura Valsecchi, Tiziano Vecchiato, Stefano Vecchio, Claudio Venerus, Patrizia Venturini, Valerio Vergadoro, Alessia Vergolani, Borsi Vetrih, Marcello Vettorazzi, Gabriella Viberti, Luigi Viotto, Gioia Virgilio, Stefania Visentini, Tommaso Vito, Ugo Vivarelli, Fausto Viviani,
X Eleonora Xausa,
Z Daniela Zaccai, Stefania Zajczyk, Elisa Zambon, Paola Zambon, Sabrina Zampierini, Antonia Zanetti, Floriano Zanoni, Adelina Zenith, Michela Ziccardi, Daniele Zonta, Marta Zonta, Paolo Zoratti, Giuseppe Zuccatelli, Serafino Zucchelli ….

martedì 21 luglio 2009

SGONICO - 24 LUGLIO - CONCERTO PER LA PACE

CONCERTO PER LA PACE 2009 che avrà luogo il 24 LUGLIO p.v. a Sgonico / Zgonik.
Il concerto si inserisce in un vasto programma di iniziative di diverse organizzazioni pacifiste, associazioni ed enti pubblici in vista della Marcia per Pace Perugina – Assisi (in programma a ottobre) e la Marcia mondiale per la pace (in programma a novembre).
A Sgonico / Zgonik si esibiranno i seguenti gruppi: Le mitiche pirie, Peace Road, Siti Hlapci, Sun Machine e Wake up down . Il programma inoltre prevede anche: la proiezione del documentario RealitieS Kosova/o , regia di Eva Ciuk con dibattito (nella giornata di mercoledì 22 luglio, alle 21.00), una tavola rotonda, stand informativi, chioschi enogastronomici.
Entrata libera.
Il concerto è organizzato da: Comune di Sgonico / Zgonik in collaborazione con le associazioni locali, la Provincia di Trieste e la Tavola per la pace del F-VG

COORDINAMENTO REGIONALE DEI LAVORATORI CONTRO LA CRISI - Un passo nella direzione giusta -




Mercoledì pomeriggio a Ponziana alcuni rappresentanti del neonato "Coordinamento regionale dei lavoratori contro la crisi" hanno partecipato a un incontro convocato dal gruppo "Donne a confronto" per ragionare sulla prosecuzione delle mobilitazioni contro la crisi che si sono sviluppate in questi mesi.

Per il Coordinamento hanno preso la parola Andrea della Sàfilo di Martignacco e Sandro della Eaton di Monfalcone, e assieme a loro c’erano Giorgio della Sàfilo ed Edgar della Danieli di Buttrio.

Hanno spiegato il senso del loro impegno per coordinare le lotte in corso nella regione e hanno illustrato le modalità con le quali si sono impegnati in questi mesi: oltre alle loro aziende, nel coordinamento per ora sono rappresentati i lavoratori della Savio di Pordenone e della Eco-Luvata di S. Vito al Tagliamento, ma sono in corso discussioni con i cassaintegrati di varie altre realtà.

Per "Donne a confronto" hanno preso la parola Francesca ed Erika: quest’ultima è partita dalla situazione della propria realtà, la System Sensor, per procedere poi con un ragionamento riguardante le altre realtà lavorative della provincia di Trieste (Tirso, Stock etc.), con un’attenzione particolare dedicata ai problemi specifici delle lavoratrici.

Sono intervenuti, quindi, lavoratori e delegati della Ferriera, della Sertubi e dell’Insiel, oltre a cassaintegrati e disoccupati provenienti da altre realtà; hanno preso la parola anche Manuela e Giorgio, riferendo dell’esperienza del CLAC (Comitato Lavoratori Aziende in Crisi) sorto a Trieste alcuni anni fa.

Generalmente condivisa l’esigenza di procedere, anche a Trieste, con la costruzione del Coordinamento: ha già iniziato a funzionare un gruppo di discussione on line, e con scadenza quasi settimanale si tengono le riunioni a Precenicco. Dopo la pausa estiva, l’intenzione è quella di ripartire subito con l’attività di sensibilizzazione, con lo scopo di creare le condizioni per l’organizzazione di un presidio di protesta a settembre davanti al palazzo della Regione a Trieste. I cassaintegrati, i precari e tutti i lavoratori e le lavoratrici colpiti dalla crisi devono smettere di essere invisibili: c’è bisogno di autorganizzazione proprio per promuovere il protagonismo di chi rischia di rimanere, altrimenti, sempre ai margini del dibattito pubblico. Questa è la convinzione emersa dalla discussione, e, sulla base di questa consapevolezza, i presenti si sono lasciati promettendosi di rimboccarsi le maniche per dare forza anche in provincia all’attività del neonato Coordinamento.

P.S.: appena possibile sara' integrato anche l'indirizzo del gruppo di discussione on line

giovedì 16 luglio 2009

APPELLO DELLE DONNE FIOM CGIL FP CONTRO L'INNALZAMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE





Appello donne Fp Cgil - Fiom Cgil - Innalzamento età pensionabile nel lavoro pubblico: Fermiamo questa ingiustizia
Per la prima volta, con una straordinaria solerzia, il Governo accoglie i rilievi e risponde alle sanzioni dell'Unione Europea sull'uguaglianza tra donne e uomini, predisponendo un intervento legislativo che parifica l'età pensionabile delle lavoratrici del lavoro pubblico a quella dei colleghi maschi, passando dai 60 anni attualmente previsti a 65 anni. Noi donne della FP CGIL e della FIOM CGIL diciamo NO e lanciamo un appello per fermare questo provvedimento perché: - in Italia le donne subiscono ben altre e più gravi discriminazioni: nell'accesso al mercato del lavoro, nelle opportunità di carriera, nella crescente disparità salariale, nelle condizioni di lavoro, nel progressivo aggravarsi del lavoro di cura conseguente ai tagli ai servizi sociali. -La possibilità di andare in pensione a 60 anni non è un obbligo, ma una libera scelta che le donne possono compiere, così come , se lo desiderano, già oggi possono continuare a lavorare fino a 65 anni e oltre come i loro colleghi maschi. - siamo convinte che l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del lavoro pubblico sia solo il primo passo di un Governo che vuole mettere mano all'intero sistema previdenziale, peggiorando i trattamenti per tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani, a partire dalla revisione dei coefficienti di trasformazioni. Questo è quanto chiede la Confindustria, che a più riprese ha sottolineato l'urgenza di applicare anche alle lavoratrici dell'industria l'innalzamento dell'età pensionabile prevista per le dipendenti del lavoro pubblico come primo passo per una riforma al ribasso di tutto il sistema pensionistico. - non accettiamo l'idea che il costo maggiore della crisi lo paghino le donne, tanto più che il provvedimento in discussione non prevede alcuna destinazione dei risparmi che si realizzeranno. Siamo convinte, al contrario, che l'obiettivo del Governo sia quello di fare cassa, semplicemente destinando le risorse a ripianare parte del disavanzo pubblico in continua crescita. -Le crisi e le ristrutturazioni industriali sempre più frequentemente determinano esuberi, ovvero licenziamenti collettivi, che riguardano proprio lavoratrici e lavoratori cosiddetti anziani (45/50 anni!). Se si allunga l'età per andare in pensione si rende ancora più drammatica la condizione di disoccupazione di chi è considerata troppo vecchia/o per rimanere al lavoro e troppo giovane per andare in pensione. -L'innalzamento dell'età pensionabile frena l'ingresso delle giovani e dei giovani nel lavoro .

La crisi economica richiede invece che si dia risposta all'impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati con misure volte a: - garantire l'aumento delle retribuzioni e delle pensioni, cominciando da quelle delle donne, sempre più esposte al rischio della povertà. - tutelare il diritto ad una pensione dignitosa per tutte le lavoratrici ed i lavoratori che rientrano completamente nel sistema contributivo, migliorando i rendimenti futuri delle loro pensioni in modo da garantire a tutte e tutti una copertura non inferiore al 60% dell'ultima retribuzione. - definire subito i lavori usuranti che diano diritto a donne e uomini ad andare in pensione anticipata rispetto alle condizioni di anzianità attualmente previste. - garantire una continuità contributiva ai milioni di giovani lavoratrici e lavoratori precari destinati, senza adeguati interventi, ad un futuro senza diritto ad una pensione dignitosa. - prevedere una diversa e maggiore valorizzazione contributiva per i periodi di maternità e di congedo parentale. - sviluppare una vera politica di pari opportunità che investa nei servizi pubblici, che sostenga le donne nel mercato del lavoro, che dia rispos te al lavoro di cura, che allevi le donne dal peso di un doppio lavoro obbligato in tutte le fasi della vita.
Le donne della FP CGIL e della FIOM CGIL per questi obiettivi impegneranno le rispettive categorie ad iniziative di mobilitazione.
.
Firma l'appello e unisciti a noi nel far sentire
tua voce!

Prime firmatarie: Rossana Dettori, Segretaria Nazionale Fp-Cgil Rosa Pavanelli , Segretaria Nazionale Fp-Cgil Franca Peroni, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
Laura Spezia, Segretaria Nazionale Fiom-CgilBarbara Pettine, Fiom-Cgil nazionaleFrancesca Re David, Fiom-Cgil nazionale

lunedì 13 luglio 2009

Pensioni. Rinaldini (Fiom): “Inaccettabile l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne”


“Non è accettabile che, a partire dal Pubblico impiego, si voglia aumentare l’età pensionabile delle donne. E mentre viene fatto questo annuncio, nulla viene detto rispetto agli impegni assunti dal Governo in relazione alla questione dei lavori usuranti. Allo stesso modo, nulla viene detto rispetto alla riduzione dei trattamenti pensionistici che si prospetta con la revisione dei coefficienti di rivalutazione per quelle lavoratrici e quei lavoratori le cui pensioni saranno calcolate in base al sistema contributivo.”

mercoledì 8 luglio 2009

COORDINAMENTO CASSAINTEGRATE/I

Di seguito il testo del volantino che stiamo distribuendo
Saluti
Erika

La crisi che sta investendo le realtà produttive del Friuli Venezia Giulia sta provocando il continuo aumento del numero di lavoratori che perdono o rischiano di perdere il posto di lavoro. Per questa ragione le lavoratrici e i lavoratori – insieme ai delegati – degli stabilimenti di ECO-LUVATA, SAFILO, SAVIO ed EATON, riuniti in assemblea aperta, hanno lanciato un appello alle maestranze delle altre aziende in crisi per la creazione di un coordinamento tra le stesse che punti alla formazione di una rete a sostegno delle vertenze in atto.
Le proposte e gli obiettivi per i quali lottare devono, per ottenere la massima efficacia, essere discussi con le strutture sindacali e, definita una piattaforma condivisa, con loro devono essere perseguiti, grazie a una mobilitazione che deve allargarsi a tutte le realtà in crisi.
Noi, come delegati R.S.U., lavoratrici e lavoratori iscritti e non ai sindacati proponiamo alle organizzazioni sindacali la collaborazione sulle seguenti proposte:
1. Blocco dei licenziamenti, salvaguardia di ogni singolo posto di lavoro.
2. Attività di sensibilizzazione e di pressione verso gli enti preposti (Comuni, Provincia, Regione, ANCI, UPI) affinché vengano rapidamente politiche di supporto al reddito dei lavoratori in CIGO, CIGS, mobilità, e alle vittime del precariato diffuso attualmente senza tutele: blocco dei mutui, degli affitti, delle tariffe dei servizi pubblici, degli sfratti.
3. La creazione di un tavolo anticrisi regionale permanente che miri a trovare possibili soluzioni occupazionali anche attraverso corsi formativi legati al ricollocamento dei lavoratori colpiti dalla crisi in FVG.
4. La restituzione (rivalutata al valore corrente) dei contributi pubblici a vario titolo incamerati dalle aziende che oggi intendono ridimensionare o delocalizzare la propria attività, al fine di creare un fondo a sostegno dell’occupazione.
Non possiamo più permetterci altre perdite di posti di lavoro, e non ci riferiamo solo a quelli regolari: i precari, infatti, non devono essere sacrificati a causa della crisi!
La difesa del patrimonio produttivo e dei posti di lavoro deve essere la priorità, sia nel nostro presente che per il nostro e altrui futuro: non sono state le lavoratrici e i lavoratori a provocare la crisi, e non devono essere loro a pagarla!
Organizziamoci anche a Trieste e difendiamo i nostri interessi:
uniamoci alle altre realtà in lotta della regione!
Il Coordinamento cassaintegrate/i del FVG
in collaborazione col gruppo di Trieste Donne a confronto
http://donneaconfronto.blogspot.com/

giovedì 2 luglio 2009

Prossimo appuntamento

Appuntamento venerdi', 3 Luglio, alle ore 19.00
presso la sede di Rifondazione
in Via Tarabocchia 3 - a due passi da piazza Goldoni - (MAPPA)

IL DDL SULL'IMMIGRAZIONE E' LEGGE





I senatori della Lega hanno salutato il voto sventolando i fazzoletti verdi.

Ha vinto la loro squadra, la loro idea dell'Italia.

Per loro è la giornata dell'orgoglio.

E anche se non sono allo stadio, o a Pontida, ma a Palazzo Madama, festeggiano trionfanti. Pazienza se all'altra metà del paese si rivolta la coscienza.

Se per l'Italia che ancora crede alla solidarietà e al rispetto dei diritti oggi è il giorno della vergogna e della rabbia. «Ho già sulla scrivania, il regolamento per definire i termini di utilizzo dei volontari per la sicurezza, le cosiddette ronde», annuncia il ministro dell'Interno Maroni.

E per le coscienze critiche del paese, scrittori e intellettuali, che hanno indirizzato al Viminale il loro sdegno? «Prenderò carta e penna scriverò la mia risposta», spiega.

Mentre il capogruppo della Lega Bricolo, ancora meno preoccupato dell'opinione del resto del paese rivendica: «Noi questa gente nelle nostre città non la vogliamo», scandisce parlando così di «quei tanti troppi clandestini» che «con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina sarà più facile espellere».

E ancora scandisce: «Meno stranieri arrivano in Italia in cerca di lavoro e meglio è». tuona rivolto «ai sindacati della triplice e a confindustria, il nostro paese non ha bisogno di nuova forza lavoro straniera: prima dobbiamo pensare ai nostri giovani, ai nostri lavoratori e poi agli ultimi arrivati».

Questa è «una legge per gli italiani che vogliono la sicurezza, mi meraviglio che Belisario e Finocchiaro non la votino, dovranno spiegarlo ai loro elettori», assicura il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, che, preoccupato cerca di non lasciare tutta la scena alla Lega, sventola, metaforicamente, l'orgoglio piddiellino.

«Siamo al governo e siamo orgogliosi di aver portato questa legge al traguardo», rivendica, spiegando come il provviedimento appena approvato sia «una parte fondamentale del programma del centrodestra».

E scandisce: «Carcere più duro per i boss delle cosche, reato di immigrazione clandestina, sanzioni più severe per tutti i reati che allarmano i cittadini, più sicurezza, più certezza della pena. per questo siamo al governo e siamo orgogliosi di aver portato questa legge al traguardo». «Voi consegnate ad una Italia impaurita solo un pugno sbattuto sul tavolo», li ha avvertiti Anna Finocchiaro, portando dentro l'Aula la protesta contro un provvedimento «senza alcuna efficacia dal lato della sicurezza dei cittadini e sicuramente con gravi violazioni dei diritti civili degli immigrati ai quali affidiamo la cura dei nostri cari e dei nostri beni e il cui lavoro è indispensabile per il funzionamento di miglia di imprese».

Persone condannate ad essere «invisibili».

Perché è chiaro che «l'unico effetto che avrà questo provvedimento sarà di rendere invisibili gli immigrati sul nostro territorio», denuncia la presidente dei senatori del Pd: «Così si favorisce la clandestinità mentre si vorrebbe combatterla e i costi sociali del provvedimento, non ancora calcolati da questo governo, si annunciano altissimi», dice, inutilmente, rivolta ai banchi del governo.
02 luglio 2009

mercoledì 1 luglio 2009

CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.
Non sempre sono state però conosciute in tempo.
In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.
È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati.
Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità.
L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

mercoledì 24 giugno 2009

NO G8


Intanto,

fin che qualcuno non mi aiuta a caricarle, vi lascio con queste immagini!


http://www.youtube.com/watch?v=s1IM5KQnq3c

http://www.youtube.com/watch?v=aOZGTgPVnRM


Erika

domenica 21 giugno 2009

Rete No G8 - Trieste

Appello per una mobilitazione contro il summit dei Ministri degli esteri del G8

Trieste, 25 – 27 giugno.

Appello a tutte le forze sociali, ai singoli, alle altre associazioni, per un presidio il giorno venerdì 26 giugno a Trieste via delle Torri dalle 19.30 per manifestare contro il vertice e a favore di vere politiche internazionali di solidarietà e di pace.


RETE NO G8 – TRIESTE

venerdì 19 giugno 2009

Appuntamento importante

Compagne/i,

Venerdì 26 giugno a partire dalle ore 16, presso la sala della biblioteca di Precenicco (Ud), si svolgerà la riunione (aperta a tutte/i) del coordinamento regionale dei cassaintegrati, per discutere la bozza di piattaforma.

Spero di vedervi numerose/i.

Saluti comunisti, Alessandro Perrone

P.S. Per ulteriori informazioni sul coordinamento regionale dei cassintegrati date un occhiata QUI

giovedì 18 giugno 2009

LA PROSSIMA RIUNIONE...

Appuntamento mercoledì 24 giugno alle 18.30 alla sede di Rifondazione in Via tarabocchia 3 a due passi da piazza Goldoni (MAPPA)