Siamo tutte Rosy Bindi
Se non fosse che la situazione sembra volgere davvero al tragico, con un presidente del consiglio che si è fatto presidente dell’Italia tutta, che a reti unificate ha cancellato la struttura costituzionale dello Stato per sostituirla con un motivetto orecchiabile – “meno male che Silvio che c’è” – ci sarebbe anche da ridere.
Se non fosse che la situazione sembra volgere davvero al tragico, con un presidente del consiglio che si è fatto presidente dell’Italia tutta, che a reti unificate ha cancellato la struttura costituzionale dello Stato per sostituirla con un motivetto orecchiabile – “meno male che Silvio che c’è” – ci sarebbe anche da ridere.
Soprattutto, sarebbe la prima volta che la bacchettona Rosy Bindi diventa il mito di tutte le persone di buon senso, a cominciare naturalmente dalle donne, sia di sinistra che di destra, sia laiche che cattoliche.
Ieri sera a Porta a Porta, mentre Vespa lasciava briglie sciolte alla crisi di nervi di Berlusconi e la Bindi cercava di riportarlo alla realtà sottolineando come fossero gravi le sue affermazioni, la battuta del premier aveva un sapore così volgare da risultare veramente intollerabile: “lei – ha urlato nel telefono – è sempre più bella che intelligente”.
Imperturbabile – c’è da offendersi per una battuta del genere, soprattutto se pronunciata da tale pulpito? – la Bindi ha ribattuto: “Presidente, io non sono una donna a sua disposizione”.
Povero Berlusconi, forse uno dei suoi problemi è proprio questo: quello di non avere delle persone – donne, ma anche uomini – che non sono sempre e comunque a sua disposizione.
Nel lettone di Putin, sulla giostra a Villa Certosa, ma anche a Montecitorio
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